«I miei amici della Società storica napoletana mi hanno sollecitato a narrare la cronaca della vita teatrale napoletana, additandomi come miniera inesplorata i trentuno enormi «fasci» di carte dell’amministrazione teatrale del Settecento, che si serbano nell’Archivio di Stato. E io li ho tutti esaminati, facendone estratti e copiando documenti, in lunghi mesi dl lavoro scorsi nelle stanze dell’ex-monastero di San Severino; e mi accingo ora a renderne conto in modo conforme al fine che si propone la nostra Società storica di raccogliere e serbare le antiche memorie paesane; non senza speranza che, nel tessere la cronaca dei nostri teatri, mi sia dato recare anche qualche non ispregevole contributo alla più esatta conoscenza della storia letteraria e artistica italiana. Ma quelle carte dell’Archivio di Stato, pertinenti alla Segreteria di Casa reale, non risalgono più su del primo anno di regno di Carlo Borbone, cioè del 1734; e a me è parso conveniente estendere l’indagine ai secoli precedenti, in particolare al Cinque e Seicento, che per questa parte non sono stati ancora investigati; giacché le sole ricerche sulle antiche rappresentazioni teatrali napoletane sono quelle assai […]».