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Novità in libreria

The theatre of Tibet (Attisani - Copertina)
Autore: A. Attisani
Titolo: The theatre of Tibet, The state of the art and studies
Descrizione: Mimesis international, 2024.
ISBN: 9788869774690
Autori secondari: -- --
«The theatrical culture of Tibet is probably the last to remain virtually unknown to the outside world, and to the West in particular. As well as describing the current situation of studies on Tibetan theatre, the current volume also provides an essay on imagination and how it is concretely manifested by the Tibetan people and their actors.
Recent decades have seen radical change for Tibetan theatre, ache lhamo, now performed by a diaspora for whom a declining artistic and technical change derives from an uncertain politics concerning secular and popular culture, as well as the ongoing cultural genocide caused by China’s subjection of Tibet».
Storie di spettacoli (copertina)
Autore: F. Acca, R. Alonge, S. Bellavia, E. Cervellati, R. Ferraresi
Titolo: Storie di spettacoli, Uno sguardo contemporaneo
Descrizione: UTET Università, 2023.
ISBN: 9788860088963
Autori secondari: Perrelli, Perrelli (prefazione)
«Nessuna storia umana è semplicemente lineare ed evolutiva, e quella del teatro o – come si preferisce oggi – delle arti performative non fa eccezione. Del resto, un grande storico, Marc Bloch, ha scritto: «L’incomprensione del presente nasce inevitabilmente dall’ignoranza del passato. Ma non è forse meno vano affaticarsi nel comprendere il passato, se non si sa niente del presente». Capovolgendo il cannocchiale, questo libro traccia così le tante storie degli spettacoli dai tempi nostri ai Greci, ovvero da quello che è l’«ultimo fotogramma», con il quale si confronta la nostra sensibilità, che costituisce la nostra attualità, per muoversi nella direzione di un passato di cui si cerca di recuperare il senso o i sensi, ma soprattutto le differenze. Il percorso si snoda quindi dalla performance contemporanea, alle rivoluzioni attorno al Sessantotto, alle lacerazioni delle avanguardie primonovecentesche, per addentrarsi nella ricerca del tempo perduto del teatro antico, che continua a irradiare energie, polemiche e potenti bagliori d’arte. Una prospettiva inedita, ma, deliberatamente, uno sguardo contemporaneo.».
F. Perrelli (a cura di), L'arte della messainscena. Dino Audino editre, 2023 (copertina e quarta di copertina)
Autore: Louis Becq de Fouquières
Titolo: L'arte della messinscena, Saggio di estetica teatrale
Descrizione: Roma: Dino Audino, 2023.
ISBN: 9788875275471
Autori secondari: Perrelli, Perrelli (Traduttore)
«A partire dai primi anni dell’Ottocento, la diffusione di una ricca e – con l’affermarsi della scuola realistica – sempre più dettagliata messinscena divenne il tema d’infiniti dibattiti e polemiche soprattutto in ambito francese. All’epoca, Parigi – con la prestigiosa Comédie-Française e la sua diramata rete di teatri – era infatti una vera capitale globale dello spettacolo, nella quale la messinscena era coltivata anche a scopi commerciali. La messinscena finì, così, per superare l’essenzialità psicologica del classicismo e sconvolgere le tradizionali priorità fra dramma e allestimento, parola e visione, attore e istruttore, addirittura fra ideale e reale, avviando una rivoluzione che, da un’esigenza sempre più sentita di sintesi scenica, avrebbe registrato, nell’arco di alcuni decenni, la maturazione della regia moderna. Nel 1884, un ex militare, oscuro drammaturgo, ma rispettato poligrafo, Louis Becq de Fouquières dà alle stampe L’arte della messinscena, che può considerarsi la prima opera organica di teoria della regia. È un saggio polemico, talora severo, ma combattuto, che mira a sottolineare che «il progresso dell’arte drammatica è ben lungi dal richiedere un lusso sproporzionato nella messinscena, e che sovente è riducendola che la messinscena merita il nome di arte». L’autore affronta, quindi, il tema dal punto di vista dell’«estetica teatrale», ma non si ferma certo alla filosofia e – oltre a interessanti interpretazioni di alcuni classici – offre vari spunti tecnici sempre utili per chi debba allestire qualsiasi spettacolo nella scatola scenica di un teatro all’italiana. Non è un caso che talune delle indicazioni di Becq de Fouquières affiorino ancora nella pratica di un regista come Ingmar Bergman».
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Autore: Pierfranco Moliterni
Titolo: Nino Rota, l'ingenuo candore di un musicista
Descrizione: Bari: Radici Future, 2020.
ISBN: 9788899865634
Autori secondari: —
Nino Rota è stato talvolta denigrato per essere stato un musicista “cinematografaro”, per quanto collaboratore di registi come Fellini, Coppola, Visconti, Zeffirelli, Monicelli, Soldati, Cicognini, Lattuada. Eppure Rota si è distinto anche grazie a numerose e interessanti composizioni di “musica colta’ sostenendo, con coerenza, il peso di uno stile considerato “inattuale” rispetto alle avanguardie e ai novecentismi della musica contemporanea. Né si deve dimenticare la lunga stagione di una vita laboriosa spesa dal 1950 al 1977 quando fu direttore del Liceo Musicale e del Conservatorio di Bari, apprezzato e amato da generazioni di musicisti pugliesi per aver con loro e per loro accompagnato lo sviluppo dell’arte musicale in tutti i suoi aspetti.

Si propongono al lettore alcune pagine del volume

 

ALTRE PUBBLICAZIONI DELL'AUTORE
  1. P. Moliterni, Per la riforma delle attività musicali in Puglia, atti del Convegno di studio. Bari, Italgrafica Sud, 1979(?)
  2. P. Moliterni, V. Attolini, E. Persichella, Vissi d'arte, gli 80 anni del Petruzzelli. Bari, Edizioni dal Sud, 1983.
  3. P. Moliterni, Puglia, l'organizzazione musicale. Roma, CIDIM, 1986
  4. P. MoliterniFranco Casavola, il futurismo e lo spettacolo della musica. Bari, M. Adda, 2000
  5. P. Moliterni, Musica a teatro dal Settecento al Novecento. Fasano, Schena, 2001
  6. P. Moliterni e B. Pompili (a cura di), Per Schoenberg e le arti del Novecento. Bari, Crav, B.A. Graphis, 2004
  7. P. Moliterni (a cura di), Voci da Londra, gli italiani e l'opera inglese tra '700 e '900. Bari, B.A. Graphis, 2005
  8. P. Moliterni (a cura di), Paisielliana, un napoletano in Europa, Paisiello, Mozart e il '700. Bari, Graphis, 2006
  9. P. Moliterni (a cura di), L'altro melodramma, studi sugli operisti meridionali dell'Ottocento. Bari, Graphis, 2008
  10. P. Moliterni (a cura di), Ombre sonore, musica, cinema e musicisti di Puglia, contributi di Angela Annese (et al.). Bari, Edizioni dal Sud, 2008
  11. R. Cavalluzzi (et al.), L'intelligenza della città, Bari e la Puglia tra realtà e progetto. Bari, Progedit, 2010
  12. P. MoliterniMusica napoletana per Napoleone, Paisiello e d'Azzia emigranti, In "Musica/Realtà", A. 36, n. 106 (Marzo 2015), p. 47-59
ARCIConv.
vissiVissi d'arte copertina
PugliaLorganizzazioneMusica
Pagine da Francesco Casavola...
Musica a teatro
Per Schoenberg e le ...
Voci da Londra
Paisielliana
L'altro melodramma
Ombre sonore
L'intelligenza della città
Copertina Musica Realtà
Con-la-cultura-non-si-mangia-copertina
Autore: Dario Franceschini
Titolo: Con la cultura non si mangia?
Descrizione: Milano: La nave di Teseo, 2022.
ISBN: 978-88-346-1078-7
Autori secondari: —
«Con la cultura non si mangia” è una discussa frase attribuita “a un noto ministro di qualche anno fa”. Nel suo nuovo libro, non a caso dal titolo “Con la cultura non si mangia?”, Dario Franceschini (che dal 2021 è ministro della cultura del governo Draghi, dopo aver ricoperto lo stesso incarico per sei anni nei governi Renzi, Gentiloni e Conte 2) sottolinea come la cultura possa e debba essere non solo una leva di crescita civile, ma “il motore di uno sviluppo economico sostenibile, la chiave per iniziare a costruire il mondo che verrà, dopo la pandemia e la guerra in Ucraina”. Nel saggio si parla anche di promozione alla lettura: “La vera sfida, quella che dovrebbe appassionare e coinvolgere tutti, istituzioni, autori, editori, distributori vecchi e nuovi, deve essere quella di allargare la platea dei lettori. Su questo fronte ci sono due luoghi comuni da sfatare […]».

 

Il nuovo libro del ministro si rifà ad una discussa frase attribuita “a un noto ministro di qualche anno fa”. La stessa Paola Dubini nel 2018 si era in parte ricollegata a quella dichiarazione, intitolando il suo saggio Con la cultura non si mangia, Falso!. Bari, Roma: Laterza, 2018. (Recensione)
Oratorio-Carmelo-Bene (Copertina opera di Manganaro)
Autore: Jean-Paul Manganaro
Titolo: Oratorio Carmelo Bene
Descrizione: Milano: Il saggiatore, 2022.
ISBN:978-884283085
Autori secondari: —
«Un palco buio, un volto bianco, gli occhi come pozze nere. Le movenze scattanti, la voce profonda e le parole perentorie di Carmelo Bene. Ciò che la sua bocca carnosa, erotica, pronuncia è il frutto di un procedimento che senz’altro appartiene a una forma rivoluzionaria di arte. Poesia? Sì, quella di Dante, Majakovskij, Shakespeare. Eppure la carica è diversa, contemporanea; in ogni performance brucia il fiato del tempo presente, vibra un furore corporale, pancreatico […]». Prosegui la lettura.
Almo Paita, La vita quotidiana a Roma (Copertina)
Autore: Almo Paita
Titolo: La vita quotidiana a Roma ai tempi di Gian Lorenzo Bernini
Descrizione: Milano: RCS Media group, 2022.
ISBN: 977-1828050133
Autori secondari: --
Il teatro pubblico (p. 208 e ss.): «Il primo teatro pubblico a pagamento sorse a Roma nel 1670 e fu eretto dove sino a una dozzina di anni prima erano le famose carceri di Tor di Nona. Quando i carcerati, verso la fine del 1657, furono trasferiti nelle nuove prigioni fatte costruire da Innocenzo X in via Giulia, il sinistro edificio rimase inutilizzato. Fu dapprima adibito ad abitazione, quindi l’arciconfraternita di S. Girolamo della Carità , che ne era divenuta proprietaria, pensò bene di ridurne una parte a teatro […]». Prosegui la lettura.
Franco Ungaro, A est del palcoscenico (Copertina)
Autore: Franco Ungaro
Titolo: A Est del palcoscenico. Reportage dai teatri del mondo
Descrizione: Ed. italiana e inglese. Lecce: Kurumuny, 2021.
ISBN: 978-8885863859
Autori secondari: --
Recensione: «La cultura è un bene comune primario come l'acqua, diceva Claudio Abbado. E il teatro è la sua grande sorgente. Il luogo dove tutto è finto ma niente è falso, è la scatola nera dell'essere. Forse da sempre. Certamente da quando la tragedia greca ha fatto della scena il momento di massima trasparenza dell'umano. Ecco perché quando il teatro va in sofferenza, a soffrire non è semplicemente il business dello spettacolo, l'industria dell'intrattenimento. Ma è la società intera che va in sofferenza. E il suo sguardo su sé stessa si offusca, perde lucidità e trasparenza. Come è successo durante l'emergenza pandemica, quando la crisi del teatro è diventata lo specchio di uno stato di eccezione che ha rovesciato il rapporto tra realtà e finzione. Trasformando le strade vuote e gli ospedali pieni in una recita del dolore e della paura. In un nerissimo inverno del nostro scontento [...]». Prosegui la lettura. (Marino Niola, Che sofferenza il teatro che soffre, In: "Il venerdì", 8 ottobre 2021, p. 71)
Abstract: Sin dagli inizi, l'esperienza teatrale di Franco Ungaro ha un respiro internazionale, cominciando dagli studi con il professor Ferdinando Taviani all'Università di Lecce e proseguendo fin dagli anni Ottanta e Novanta con le lunghe e quotidiane frequentazioni dei teatri milanesi, l'organizzazione delle tournée all'estero di Teatro Koreja, fino alla nuova esperienza come fondatore e direttore dell'Accademia Mediterranea dell'Attore. Il libro è come un diario di bordo, grazie al quale è facile intuire come il riferimento spaziale all'Oriente richiami non solo le mete dei viaggi - nella stragrande maggioranza, Europa dell'Est, Asia e Medio Oriente - ma quel discorso "a latere", quell'ampiezza di sguardo che unisce il rigore della critica alla sensibilità verso le questioni e le suggestioni dei «teatri del mondo».