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Numeri

Per una economia dello spettacolo

Bravi, ma basta!, Su certe premesse, promesse e catastrofi culturali

quaglia cop
Questo libro propone un’analisi di alcune delle crisi e delle criticità che in questi anni accompagnano il lavoro della produzione culturale e di eventi in Italia.
Finanziamenti e tagli, transculturalismo e internazionalizzazione, neopatrimonialismi e festivalizzazione, difetti di gestione e conflitti organizzativi, sono tra i fattori che hanno reso particolarmente fragile il sistema culturale nazionale, spingendolo verso una crisi di ruolo che pare strutturale. Festival, enti, istituzioni, produttori culturali si sono aziendalizzati, concentrati sulla propria sopravvivenza, più che sul rispetto della promessa di sviluppo che, all’inizio, avevano fatto alle loro città.
Nella sezione “Accademia delle Catastrofi” si raccontano le vicende emblematiche di alcune personalità e istituzioni nazionali (Venezia, Palermo, Napoli, Milano) per trattare questioni che riguardano le relazioni, i ruoli, i limiti (rimediabili) dell’organizzazione e della produzione culturale.

Bravi, ma basta! è una riflessione su crisi e limiti del sistema delle istituzioni e degli eventi culturali italiani.

Bravi, ma basta! approfondisce i classici dilemmi del pensiero organizzativo: trans culturalismo e internazionalizzazione, neopatrimonialismi e festivalizzazione, difetti di gestione e conflitti organizzativi, aziendalizzazione, promesse tradite, autosufficienze, pubblico-privato. E gerarchia, mercato, clan, burocrazia.

Bravi, ma basta! ripercorre e reinterpreta sette emblematiche storie italiane: il Centro di Ricerca Teatrale di Milano; le vicende d’arte e policy pubbliche di Ludovico Corrao e Antonio Presti, in Sicilia; Franco Quadri, regista di sistema; le crisi silenziose, fragorose, continue, paradossali di Fondamenta-Città dei lettori a Venezia, del Museo Madre a Napoli, della Biennale di Venezia, di Riso, Museo d’arte contemporanea della Sicilia, a Palermo.

Vi proponiamo un estratto del volume

Minicifre della cultura (edizione 2023)

La nuova edizione di Minicifre dedica un intero capitolo al mondo dello Spettacolo presentando «i principali dati [...] con particolare attenzione al cinema e allo spettacolo dal vivo».
Gli spettacoli dal vivo (Tabella)
«I dati riguardano anche il comparto audiovisivo e multimediale, che comprende la televisione, la radio, la musica registrata, l’home video e i videogiochi. Nel 2020 l’avvento del Covid-19 ha influenzato in maniera decisiva l’andamento di gran parte di questi settori che hanno faticato a recuperare i livelli pre-pandemici nonostante una progressiva ripresa registrata a partire dal 2021. È il caso, soprattutto, di cinema e spettacoli dal vivo, per i quali la chiusura degli spazi e le limitazioni di circolazione hanno determinato una sostanziale contrazione dell’offerta e della domanda, con un conseguente indebolimento del loro tessuto imprenditoriale, a oggi non del tutto sanato […]». Prosegui la lettura
Imprese e addetti
Spese al botteghino

Fonte:
Minicifre della cultura (edizione 2023), Una raccolta di dati statistici sulla cultura per gli anni 2018-2022, a cura di Ministero della Cultura Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali con Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. Roma: Ministero della Cultura, 2023, p. 90-119

Lettera di Paolo Grassi a Giorgio Strehler (Milano, 14 settembre 1948)

«Caro Giorgio,
ricevo il tuo espresso. Drammatico come sempre. Inutilmente drammatico. Inutilmente suicida. Dal 1939 io ricevo lettere tue tragiche e annuncianti catastrofi e sofferenze estreme, dal 1939 il nostro carteggio porta da parte tua sempre tristezze senza pari, disperazioni, esasperazioni, sfiducia, dissolvimento, manie di persecuzione, ecc. Se non ti conoscessi da antica data e se non avessi sott'occhio centinaia di lettere sempre nere, sempre cariche di incubi, probabilmente mi spaventerei a quella di ieri. […]». Prosegui la lettura

Trascrizione di una lettera di Paolo Grassi a Giorgio Strehler, tratta dal Fondo personale "Egidio Pani"

Imprese culturali a rischio default

«Rischio tilt per le aziende culturali. A mettere in ginocchio il settore la pandemia prima e l'aumento dei costi dell'energia ora. A lanciare l'allarme, che si aggiunge a quello di tutto il sistema produttivo della Regione e del Paese, il coordinamento "Produzione Culturale" della Slc Cgil Lecce-Brindisi […]». Prosegui la lettura
Tabella (da Imprese culturali a rischio default, In “L’edicola del Sud”, 13 ottobre 2022, p. 2)

Articolo di: Maddalena Mongiò, Imprese culturali a rischio default, In “L’edicola del Sud”, 13 ottobre 2022, p. 2.

Dello stesso autore: Il Covid e poi la guerra portano i bilanci in perdita, In “L’edicola del Sud”, 13 ottobre 2022, p. 2

Il Cinema sta male... e anche la Lirica...

“Il cinema italiano sta male”
«Enrico Lucherini, lo 'stress agent' delle dive, fa 90 anni e spara a zero: "la mia ultima volta in una sala per 'moschettieri del re' di veronesi. Andai via a metà film. Vedo attori scappati da casa, non ne posso più delle periferie, degli intellettualismi, dei festival chiusi alle commedie” – e poi la rabbia di Nanni Moretti, lo scazzo Magnani-Visconti, le balle per lanciare i film - "Il Patron Mirigliani poverino mi disse: quando arrivano gli elefanti? Pensava che Miss Italia fosse un circo” – la bordata su Via Veneto e Briatore. […]». Prosegui la lettura

Articolo di: Valerio Cappelli (per il Corriere della sera), Il cinema italiano sta male, In Dagospia,com, 5 agosto 2022

“La scenografia è un’arte del passato? Una baracconata?”
«Con le contemporanee messe in scena di “Kata Kabanova” e “Aida”, il Festival Di Salisburgo pone il problema: meglio un’opera “pura” senza architettura di scena o con marchingegni, pareti mobili, costumi e video? È l’ora di mandare in pensione la tradizione italiana di Borromini, Bibbiena, Sanquirico, Visconti, Zeffirelli e fare opere nello stile global-berlinese (vestiti straccioni), oppure lasciare mano libera agli artisti contemporanei come Shirin Neshat? […]». Prosegui la lettura

Articolo di: Pierluigi Panza (per https://fattoadarte.corriere.it/), La scenografia è un’arte del passato? Una baracconata?, In Dagospia.com, 13 agosto 2022

«Il settore nel 2019, secondo i dati forniti da Puglia creativa, poteva contare su 58.300 lavoratori e 12.989 imprese. [...] nel 2020 [...] i lavoratori sono diventati 56.100 (anche se sono state registrate 167 imprese in più) […]».

larEPUBBLICA - Testata
“Puglia Creativa, Cgil, Cisl e Uil e Cresco hanno promosso un incontro nella sala Murat di Bari per stilare un documento condiviso sulle criticità che affronta il settore dopo la pandemia”. Continua la lettura

Articolo di: Gennaro Totorizzo, Cultura, in Puglia l’appello degli operatori alla Regione, In: “la Repubblica.it”, 30 aprile 2022

Teatri e Pandemia, un anno dopo (Ott.-Nov. 2020)

«[…] Fabrizio V. ci ha ricordato l’importanza socio-economica di un settore che riguarda più di un milione e mezzo di lavoratori dello Spettacolo, ma Licia L. ha lasciato intendere che si deve agire per la salvaguardia delle professionalità vere, mentre Roberto O. ha detto esplicitamente che uno come Vasco Rossi, non ha certo bisogno del bonus (tutto sul CdM di pochi mesi fa). […]».
Prospetto - Domande pervenute
Prospetto 2 - Domande accolte

Dati Inps ex Enpals, del prospetto 1 e della Tabella 2 sono aggiornati al 25.05.20 con la riduzione ad almeno 7 gg. contributive per i lavoratori dello Spettacolo, pubblicati in data 08.06.20

«[…] Domanda: di quel milione e mezzo (circa, visto che prima erano “più di…”) quanti hanno superato i 50.000 euro nel 2019 e quanti non hanno raggiunto le 30 giornate lavorative?
So che voi pensate che di domande ce ne sarebbero ancora molte altre alle quali rispondere.
Intanto, l’unica cosa certa è che il Governo se l’è cavata con “due lire” (il gergo mi pare adeguato, se volete… “tre soldi”, tanto per darci l’aria di intellettuali), provate a moltiplicare 600 per 20.000 (per semplificare, io non sono bravo in matematica), fatelo voi, a me, a naso, il risultato darebbe la nausea, come fossi in quel teatro… ”mefitico”.
Ma, niente paura,” andrà tutto bene!”, iI Teatro sembra morto ma non è morto, non c’è il cadavere,  perciò mi rimetto alla clemenza della Corte. […]». Prosegui la lettura

Il lavoro nel settore dello spettacolo

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«[…] il lavoro nel settore dello spettacolo […] si rivela di complessa misurazione, per numerosi motivi. Si tratta di un problema che riguarda non soltanto il lavoro nello spettacolo, ma, più in generale, quello nel settore della cultura. La statistica ufficiale descrive l’occupazione in termini di intensità di presenza di un individuo sul mercato del lavoro. Tuttavia nel settore dello spettacolo – e più in generale nel settore culturale, dove il lavoro è caratterizzato da forte intermittenza e saltuarietà dei periodi di prestazioni effettive – tale presenza può essere il prodotto della combinazione di più attività lavorative che determina per gli individui una situazione definita, in inglese, di multiple job holding […]». Prosegui la lettura

Tratto da: Indagine conoscitiva in materia di lavoro e previdenza nel settore dello spettacolo. Indagine conoscitiva approvata dalle Commissioni riunite VII e XI il 21 aprile 2021 (Testo integrale)

Ricomincio da tre

Copertina - Annuario dello Spettacolo 2020

3 numeri da cui ripartire:

1.335.481 il numero degli spettacoli in Italia nel 2020; 67.245.105 il numero degli (ingressi) spettatori; 628.714.267 la cifra degli incassi (in euro) al botteghino. Nel 2019 il numero degli spettacoli in Italia è stato 4.363.937; il numero degli (ingressi) spettatori è stato 246.383.395; la cifra degli incassi (in euro) è stata 2.778.578.006. La pandemia ha bloccato 3.028.456 spettacoli; ha fatto sparire 179.138.290 spettatori; ha fatto perdere € 2.149.864.739 di incassi al botteghino.
Questi sono i ”freddi” numeri: per ripartire, oltre alla riapertura dei teatri, bisognerà leggere meglio questi numeri, interpretarli, rielaborarli per renderli più “caldi” e così più utili alla migliore gestione dei fondi pubblici Fus e Furs.

SIAE, Annuario dello spettacolo 2020. Roma, Società Italiana degli Autori ed Editori, 2021 (Edizione digitale)